Formare il futuro. La Formatrice come Docente Sociale

Mi piace, da sempre, spostare lo sguardo. Occupandomi di parità di genere, declino dunque anche al femminile il lemma, la formatrice, convinta – e gli studi danno ragione in tal senso – che le donne saranno le vere protagoniste dei cambiamenti futuri.

Ma qual è stato, il mio, di cambiamento? E perché ho deciso di “formare il futuro” e di lavorare come Docente Sociale?

Per capire come arrivo a lavorare nella formazione e ad aprire una ditta, bisogna tornare indietro. Di una decina di anni.

Fuga dall’Università

A lungo ho lavorato in Università. Quando vinsi la borsa di studio per il secondo dottorato (alla Duke University, una fra le migliori università del mondo) compresi, in un attacco d’ansia mattutino, che non quello era il mio destino. Il caffè saliva dalla moka e io, mentre il liquido odoroso borbottava nell’albedo di quel gennaio 2012, capii che non volevo vivere nelle biblioteche, fra convegni di soli specialisti, lontana dalla gente. Dalla vita vera, che non è solo una metafora e che è quella che senti oltre le copertine dei libri. Se avessi continuato a fare quel mestiere, ad esempio, non avrei mai potuto parlare qua: il mio lavoro avrebbe continuato ad essere nella ricerca e non fra la gente, nella formazione.

Un’avventura inattesa

Formare significa, innanzitutto, trasformare se stesse e se stessi. Questo avviene ogni qualvolta entri in contatto con un “pubblico”. Perché chi “forma” è sempre di fronte ad un pubblico: ad una variegata congerie di persone di cui devi, prima possibile, capire bisogni, esigenze, umori e – soprattutto l’ “orizzonte d’attesa”. Devi parlare loro all’interno del loro “idioletto”, cioè del loro sistema cognitivo.

La questione è che, mentre capisci gli altri, impari a leggerti.

Di conseguenza, il lavoro della formatrice (professionale, non casuale perché serve davvero estremo sapere) è un lavoro “Sociale” che coniuga sapere di sé e sapere collettivo.

La trasformazione in atto

Ad oggi la formatrice ha l’enorme possibilità di produrre trasformazioni cognitive e sociali attraverso 3 tipi di strumenti.

  • La elicitazione del potenziale soggettivo (e delle donne in particolare) attraverso tecniche di rinforzo degli skills (capacità) taciti e la decostruzione dei bias (degli errori di analisi)
  • Il Responsive Learnig e la ResponsAbility con percorsi di rinforzo per la Leadership Femminile
  • L’uso delle tecnologie in senso comunicazionale (impatto reputazionale) con uno sguardo alla Equality, al Green, alla Sustainability.

È una professione di grande impatto, arricchente e soprattutto, se fatta con competenza, continua e solida. Ma cosa serve, davvero, per divenire Leader in questo (affollato e spesso confuso) settore?

Per una formazione professionale: il carisma e il talento

Personalmente non ho dubbi: serve una solida formazione umanistica e filosofica per comprendere le complessità, per comunicare (dunque scrivere e parlare) a livelli realmente persuasivi e trasformativi, per conoscere il rapporto fra umano e post-umano che abbiamo davanti.

Su questa base serve poi un solido cv di competenze tecnologiche e, non ultime, di marketing assieme alla conoscenza di almeno due lingue straniere. Poi, il talento, ma quello non è scritto nei Cv: lo si deduce dalle opere.

Eppure, al tempo stesso, è anche una professione per tutte quelle persone che vogliono sviluppare, assieme agli altri, nuove modalità di essere e di conoscere. Ovviamente non può divenire un lavoro “vero” senza essere prima “formati a formare”. Ma questo vale per ogni lavoro fatto seriamente e con efficacia. Ecco come e perché si può divenire formatrici e docenti del sociale.

 

 

 

 

 

Suggerimenti di lettura

Testi Teorici

Vincenzo Costa, Fenomenologia dell’educazione e della formazione, La Scuola, 2015

Daniele Loro, Formazione ed etica delle professioni. Il formatore e la sua esperienza morale, Franco Angeli, 2008

Giuliana Sandrone, La competenza personale tra formazione e lavoro, Studium Edizioni, 2018

Testi Pratici

Pier Paolo Cavagna, Manuale per la progettazione pedagogica ed educativa professionale, Edizioni Scientifiche Cavagna, 2020

Francesca Oggionni, Il profilo dell’educatore. Formazione e ambiti di intervento. Carocci,  2019

Gian Piero Quaglino, Fare formazione. I fondamenti della formazione e i nuovi traguardi, Raffaello Cortina Editore, 2005

Testi per la Formazione a distanza

Anna Fata, Aspetti psicologici della formazione a distanza, Franco Angeli,2004

Riccardo Santilli, Il mestiere dell’instructional designer. Progettare e sviluppare la formazione on-line, Franco Angeli, 2006

Stefano Cacciamani, Donatella Cesareni, Maria Beatrice Ligorio, Blended learning. Dalla scuola dell’obbligo alla formazione adulta, 2006

Torna su