Come può lo sport contrastare le forme di discriminazione? E come può supportare donne, minoranze lgbt e soggetti marginalizzati ad esprimere il pieno potenziale sociale, umano e sportivo? Di questo e d’altro, si parla in questa tavola rotonda: sulla salute delle donne lesbiche intesa come salute psicofisica e sessuale e sul benessere di tutte le ‘minoranze’ coem propellente ad una sana vita comunitaria. Inoltre importante il rapporto fra lavoro, aziende e sport: resta fondamentale la formazione per combattere e contrastare il sessismo e la misognia che vede ancora le donne in posizioni retributive e di visibilità subalterne.
Lo sport è infatti il punto di contatto fra corpo privato e corpo sociale ed è, esso stesso, insegnamento relazionale, misura del sé, fair play, educazione sociale. In tal senso possiamo e dobbiamo fare molto grazie a processi formativi e trasformativi: supportare società piccole e grandi, aiutare allenatori e allenatrici, formare insegnanti nelle scuole per supportare un vero “esercizio inclusivo”.
Noi ci siamo, per migliorare davvero l’orizzonte e il futuro.