«Alla fine ci ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici». Martin Luther King
Si sbaglia a minimizzare i fenomeni di aggressività giovanile. Le modalità di esclusione e i danni che ne derivano infatti hanno un impatto enorme per adolescenti e famiglie.
Sulla base di un lustro di studi e ricerche , mentre è in via di stesura il testo La violenza minore, si è in questa occasione affrontato il tema del bullismo di genere. Che cosa è?
Come è noto il bullismo è un fenomeno che va a colpire il concetto di “differenza”: vengono emarginati, esclusi, vessati quei ragazzi e ragazze che vengono percepiti out group per caratteristiche varie.
Del resto i bullismi, come Eleonora Pinzuti ama definirli nella loro pluralizzazione fenomenica, si caratterizzano per specificità nette.
Esistono i bullismi verbali, quelli di genere, i bullismi verticali, quelli omotransfobici, quelli diretti, quelli indiretti e tipologie minori.
I bullismi di genere per altro si caratterizzano come forma minore della misoginia sociale e hanno un portato spesso ugualmente sessista. Le offese verso le ragazze infatti sono spesso dirette al body shaming (far vergognare le ragazze della loro corporeità), coinvolgono la sex revenge (cioè la vendetta sessuale: l’invio di materiali riservati e intimi tramite canali social) o toccano aspetti prettamente sessuali.
Esistono strumenti e metodologie di indagine per sottrarre ragazzi e soprattutto ragazze da violenze che avranno un peso rilevante nel loro sviluppo.
Nel caso sentiate la necessità di un approfondimento, materiali o altro, contattate in tutta libertà la Dott.ssa Pinzuti: l’unico modo per combattere le violenze adolescenziali è agire in tempo e farlo assieme.