Queste Figure sono i volti e i sogni che hanno istoriato la mia esistenza
L’intervista a Controradio, in una mattina piovosa di Marzo, è uno di quei momenti che ricorderò a lungo. Per me, parlare di letteratura, di poesia, resta quel tempo sottratto al tempo quotidiano, quella epochè che ci permette di tornare in contatto con le parti latenti, taciute o silenziate nel corso dei giorni.
Perché si scrive? Si scrive per dire l’inaudito, l’inatteso. Ecco, per me la poesia è questo bisogno del dire, questa sorgività della lingua. E questo libro, così a lungo cullato nella mente, rappresenta in fondo quello che sono e sono stata: raccoglie – nelle Figure – che hanno costellato i miei giorni, quello che la vita mi ha insegnato, quello che il Tempo mi ha tolto, ad esempio le persone amate.
Eppure, non a caso il libro termina con un testo che si intitola Salva con nome (poi), ad indicare una salvezza precaria ma giunta quasi per caso, sotto il segno dell’inaspettato, del caso e della volontà.
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